Il convento fu costruito unitamente alla chiesa a partire dal 1851 e fu danneggiato durante la seconda guerra mondiale da una bomba, che lo rase al suolo quasi completamente, ma lasciò integra la chiesa. Ma conosciamo la sua lunga storia.
Il 10 maggio 1858 ospitò la regina Maria Cristina di Savoia quando venne in Anzio per visitare Papa Pio IX. La regina fu alloggiata nel primo piano del convento unitamente alla sua corte, mentre il Papa si accomodò nel secondo piano con Ferdinando II e la sua corte. Con la presa di Roma, nell’anno 1870, ed alla conseguente confisca dei beni degli ordini religiosi, anche la casa parrocchiale di Anzio seguì la sorte di tutti i conventi italiani.
Ai frati rimase solo l’ultimo piano, mentre al primo piano vennero sistemate le scuole per i fanciulli di Anzio, che fino ad allora erano state affidate agli stessi religiosi e al piano terra vennero sistemati gli uffici postali e l’esattoria.
L’allora parroco, P. Francesco Buffa presentò numerosi ricorsi alle competenti autorità con il risultato di ottenere il rilascio dell’intero convento.
Fu però vittoria di breve durata in quanto si tornò successivamente all’iniziale situazione di esproprio parziale.
Non rimase allora che adire le vie legali; presso il Tribunale di Roma fu confermato l’esproprio a favore del Governo in quanto diretto successore della Reverenda Camera Apostolica cui l’immobile apparteneva.
Soltanto in seguito a sentenza della Corte di Appello di Roma, emessa il 20 – 07 – 1877, l’Intendenza di Finanza fu condannata a restituire la porzione d’immobile arbitrariamente occupata a danno del Convento, nonché al pagamento delle spese di giustizia.
Targa in memoria del beato martire P. Dionisio Vicente Ramos, ex vice parroco di questa parrocchia e fu martirizzato in Spagna, insieme a cinque confratelli, durante la guerra civile.
Al Targa riferita all’ospitalità riservata al Re Ferdinando di Napoli e a Papa Pio IX, in una delle sue frequenti visite a Porto d’Anzio. Da ricordare l’ospitalità qui data anche a San Luigi Orione quando, grazie alla donazione del terreno da parte del sindaco Paolo Sportello, venne per fondare ad “Anzio Nuovo” il benemerito Istituto del S. Cuore, che accolse, tra gli altri, parecchi figli orfani di guerra.
All’ingresso centrale del convento si può apprezzare una rara tarsia marmorea del simbolo francescano con l’incisione “PROC HYTA” (Protector Hytaliae), Patrono d’Italia.
Nel cortile parrocchiale è situata una lastra marmorea che riproduce una foglia d’edera sormontata da due palme e con l’iscrizione “SPES in DEO”, che può significare la speranza in Dio, “Spes in Deo vivas” – “Speranza vivi in Dio” o pure un nome proprio di persona. È una copia, voluta da P. Vincenzo Vendetti, a ricordo delle origini della presenza cristiana in Anzio. La lastra originale fu trovata nel 1868 dall’archeologo G. B. De Rossi, durante i lavori di demolizione di un muro d’ingresso al Bagno dei detenuti, nei pressi del porto ed era custodito nell’Oratorio della Pietà di Anzio fino a prima della Seconda Guerra Mondiale, dove a seguito dei bombardamenti se ne persero le tracce.