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Innocenzo XII

Innocenzo XII ed Anzio
Il Card. Pignatelli viene eletto papa nel luglio 1691 dopo un lungo conclave e dopo il suo arrivo a Roma molto avventuroso, prendendo il nome di Innocenzo XII. Infatti Anzio deve la sua “fortuna” ad un fortunale, che il 02 febbraio 1961 arenò l’imbarcazione dove il presule viaggiava proprio davanti la costa anziate nei pressi dei resti dell’antico porto neroniano. Il Card. Pignatelli, fece voto a S. Antonio di Padova, di cui era devoto, che avrebbe eretto una cappella in suo onore nel luogo del fortunoso approdo.

Fu accolto dai pescatori che avevano lì la loro base per le battute di pesca e prima che partisse gli fu fatto promettere che se fosse divenuto papa, avrebbe fotto costruire un nuovo porto per riattivare i commerci, la pesca e dare lavoro agli abitanti della zona.
Innocenzo XII volle essere magnanimo con i nostri territori perché oltre a costruire il porto di Anzio con la Cappella a S. Antonio e altre costruzioni portuali, il Fontanone per abbeverare persone e animali, a tracciare la strada che dalla capitale finiva proprio ad Anzio e che sarebbe divenuta l’attuale Nettunense, cercò, con l’aiuto di ingegneri olandesi, di prosciugare le paludi anziatine, per poi creare territori da poter essere in seguito coltivati. I lavori iniziarono, ma non finirono anche per i forti interessi di altri cardinali, che credevano di venir danneggiati dal prosciugamento. Fu fatta coniare anche una moneta a ricordo della costruzione del Porto di Anzio.
Opere Innocenziane in Anzio
Durante il suo pontificato, durato più di nove anni, Innocenzo XII si adoperò molto affinché questo nostro territorio di Anzio – Nettuno, fosse più vivibile e più aperto ai traffici commerciali sia via mare che via terra.
Il Porto di Anzio o Porto Innocenziano. Fu per volere del Papa la costruzione del nuovo porto anziate alle spalle delle rovine dell’antico approdo neroniano. Avrebbe dato impulso maggiore ai commerci marittimi nella parte meridionale dello Stato Pontificio.
Il Fontanone a Porto d’Anzio: lo fece costruire in quella che sarebbe poi diventata Piazza Pia. Fu eretto proprio nelle vicinanze del porto per dare la possibilità ai pescatori di approvvigionarsi di acqua potabile, come anche alla guarigione pontificia di stanza ad Anzio, ai primi abitanti e pastori della zona. Fu demolito nel 1872.

La Cappella dedicata a S. Antonio al Porto. Con la costruzione del Porto il Papa volle che nelle vicinanze del molo fosse costruita anche una Cappella dedicata al Santo di Padova di cui era molto devoto. Fu così che si iniziò a festeggiare la primitiva popolazione di Porto d’Anzio il Santo dei Miracoli. La Cappella fu affidata da subito ai Frati francescani Minori Conventuali.

Il Tracciato della Nettunense. Il Papa intraprese un viaggio da Roma a Nettuno e ad Anzio che è rimasto nella storia. Fu quindi delineato un primo tracciato di strada che poi sarebbe divenuta l’attuale Nettunense.
Il prosciugamento delle paludi anziatine e pontine. Sempre con uno sguardo alla possibilità di migliorare il tenore di vita della popolazione locale. Papa Pignatelli intraprese l’opera di prosciugamento delle paludi che infestavano il territorio a sud di Anzio, con l’interessamento di Ingegneri che vennero dall’Olanda.

Biografia
Il 12 luglio 1691, dopo cinque inutili mesi di conclave, a causa dei reciproci veti degli stati, fu chiamato sul trono pontificio Antonio Pignatelli, che prese il nome di Innocenzo XII. Era nato il 13 marzo 1615 nel castello di Spinazzola, vicino a Bari, da una nobile famiglia napoletana. Conseguito il dottorato in diritto civile e canonico a Roma, aveva ricoperto la carica di nunzio apostolico a Vienna ed era stato nominato cardinale e vescovi di Faenza da Papa Innocenzo XI, che lo aveva inviato come legato in Polonia e poi nominato arcivescovo di Napoli. Nella sua attività politica, dopo lunghi negoziati, chiuse la vertenza con Luigi XIV, re di Francia, che abiurò la “Dichiarazione”, anche se, di fatto, il gallicanesimo influirà sulla Chiesa francese sino alla Rivoluzione.
Nel 1697 ebbe la gioia di sapere che i Turchi erano nuovamente stati fermati dalle brillanti vittorie del principe Eugenio di Savoia e che il duca Federico Augusto di Sassonia, successore di Sobieski in Polonia, aveva abiurato il luteranesimo.
In campo disciplinare rinnovò la condanna del quietismo di Michele de Molinos, che, secondo Bossuet, si ripresentava in Francia, sia pure in forme moderate, negli scritti di Fénelon, arcivescovo di Cambrai.
Innocenzo XII scelse di seguire le tracce del suo predecessore in particolar modo nella correzione degli abusi di corte e per la parsimonia nelle spese. La sua carità lo portò a dividere con i poveri le sue stesse sostanze e, nel testamento, li nominò unici eredi, disponendo che il suo patrimonio fosse venduto e il ricavato dato ai bisognosi. Distribuì aiuti economici agli indigenti, che soffrivano le conseguenze dell’inondazione del Tevere del 1695 e di un terremoto. Destinò il Palazzo del Laterano agli invalidi del lavoro e agli accattoni.
Per coordinare l’amministrazione statale e riordinare le finanze, riunì i dicasteri della curi in un solo organismo a Palazzo Montecitorio (oggi sede della Camera dei Deputati).
Con la pubblicazione della bolla Romanum decet Pontificem, del 1692, tentò di estirpare la piaga del nepotismo. Impose al clero la veste talare, lo invitò a esercizi spirituali periodici e combatté il lusso.
Spese ingenti somme di denaro in favore della missione in America centro – meridionale, Africa e Asia.
Nel 1700 avviò le celebrazioni del Giubileo, ma morì il 27 settembre a Monte Cavallo. Il suo corpo fu trasportato a Roma e sepolto in San Pietro, in un sarcofago molto semplice, secondo le sue volontà.
Nel 1746 gli fu eretto un grandioso monumento funebre.